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Privilegi dei politici – tanto per gradire

Ogni tanto si parla dei pendolari e dei problemi che hanno tutti i giorni per recarsi sul posto di lavoro per guadagnarsi una paga con la quale vivere e mantenere la propria famiglia. Senza considerare che viviamo in un paese che si vanta di fare Milano – Roma in 5, 4, 3, 2 ore e anche meno tra poltrone e salotti e assistenza da Grand Hotel, dobbiamo però considerare che viviamo in un paese dove ci sono persone che, pur lavorando meno di tutti quelli che la mattina prendono un treno da pendolari (quindi in ritardo, sporco, senza riscaldamento o climatizzazione e con i sedili strappati), hanno diritto a un trattamento diverso e del tutto ingiustificato.

I deputati, infatti, usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino, e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, e a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

Magari le cifre saranno un po’ di meno o un po’ di più, ma tant’è la sostanza. Accettiamo smentite. Diciamo, quindi, cosa ne pensiamo di questa cosa “italiana”. Passerei la parola ai pendolari che lavorano sul serio e si fanno tutte le mattine il tratto casa – stazione col caldo o col freddo, senza autisti e auto riservate e scorte; ci sentiamo derubati, incazzati e “predati” da una banda di mantenuti per i quali questo argomento rappresenta solo un aspetto marginale che rivendicano come tutte le altre ruberie che diventano, chissà come, diritti acquisiti per casta e per elezione “divina”.

Speriamo che chi legge questo scritto, se ne ricordi la prossima volta che entra in un seggio elettorale. Non ci crediamo troppo, ma speriamo.

Published in Generale

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