Come per i modelli di automobili e autoveicoli in genere, l’aeromodellismo statico rappresenta una passione radicata per tantissime persone. Facilmente può essere definito come la costruzione di modelli di aeromobili per hobby o per lavoro. Esiste, ovviamente, anche la possibilità di collezionare dei modelli non autocostruiti, ma acquistati “già pronti” da uno dei molti produttori esistenti a livello mondiale.
Altra cosa evidente, è il fatto che la differenza unica dal modellismo di tipo “dinamico” risiede nel fatto che non è previsto alcun meccanismo che faccia muovere o volare il modello.
Per chi ama costruire in prima persona, esistono in commercio tanti tipi di scatole di montaggio contenenti quanto basta per realizzare modelli dei più famosi aerei ed elicotteri in varie scale e materiali e con la possibilità di personalizzare il modello fin nei minimi dettagli.
Le principali scale utilizzate ⇓
Prima di tutto ricordiamo che cosa sia una scala di rappresentazione grafica, brevemente e in maniera semplice. Se un aereo, per rimanere nell’argomento trattato, ha una lunghezza di 10 metri, e il modello che lo rappresenta è lungo 1 metro, significa che è stata utilizzata una scala di un decimo, che si rappresenta con ” 1:10 “, cioè ogni centimetro del modello ne rappresenta dieci nella realtà (speriamo di essere stati chiari).
Gran parte delle scale utilizzate per i modelli statici di aerei si possono ricondurre a quelle usate per i disegni tecnici dei soggetti originali. Di seguito riportiamo un elenco che potrà dare una prima idea dei concetti esposti.
- 1/24 ⇒ utilizzata per modelli molto realistici e carichi di dettagli (come alcuni modelli prodotti negli anni settanta dalla Airfix), ma dalle dimensioni notevoli e piuttosto ingombranti.
- 1/32 ⇒ scala adatta a riproduzioni ricche di dettagli e di dimensioni cospicue, ma già compatibili con quelle degli scaffali di un normale mobile domestico. Nata e diffusa soprattutto negli Stati Uniti.
- 1/48 ⇒ è la scala che offre il miglior compromesso tra grado di dettaglio e dimensioni adatte ad esposizioni e diorami, anche museali. Molto popolare negli Stati Uniti, meno in Europa o Giappone.
- 1/72 ⇒ è la scala commercialmente più diffusa; quella in cui, negli anni Quaranta del secolo scorso, in Gran Bretagna furono realizzati i primi modelli di aerei prodotti in serie, destinati a fini didattici per i reparti della difesa aerea territoriale.
- Malgrado le dimensioni piuttosto contenute, questa scala permette di ottenere modelli molto verosimili, senza lesinare sulle finiture e sui dettagli. All’abbondante offerta di kit in plastica si affianca una nutrita produzione di modelli finiti e colorati, in metallo pressofuso e, anche se più raramente, in resina.
- 1/100 ⇒ scala utilizzata da alcuni produttori per i kit in plastica di aerei di linea o, in altri casi, per i modelli finiti e colorati di aerei militari in metallo pressofuso.
- 1/144 ⇒ è la scala più utilizzata per realizzare modelli di aerei di grandi dimensioni, come gli aerei di linea o i plurimotori militari (bombardieri, cargo, ecc…), le cui dimensioni al vero determinerebbero un notevole ingombro se realizzati in scale maggiori. Da alcuni anni trova numerosi estimatori, soprattutto in Giappone ed in Europa, anche per soggetti di dimensioni minori.
- 1/200 ⇒ scala utilizzata analogamente all’1/144, ma meno diffusa.
- 1/350 ⇒ scala compatibile con vari modelli commerciali di portaerei, viene perciò usata per modelli di aerei ed elicotteri imbarcati.
- 1/400 ⇒ scala utilizzata per i modelli in metallo o plastica già montati e decorati.
- 1/500 ⇒ scala utilizzata per i modelli finiti in metallo. Uno dei produttori più noti è la tedesca Herpa.
- 1/700 ⇒ scala che, analogamente alla 1/350, è compatibile con i modelli commerciali di portaerei, viene perciò usata per i modelli di velivoli imbarcati.
Ovviamente, non abbiamo la pretesa di avere esaurito l’argomento vista la vastità della materia. Ci farebbe piacere sapere di avere incuriosito qualche nostro amico e, magari, avere fatto iniziare una nuova collezione da qualche parte.
Comments